2 post pubblicati.
10! post.
Qui oltre che aver capito l'argomento della chiave, Ilaria non solo assimila la lezione dell'artista, ma ne fa un esercizio di armlet dove persino i rendering e locandine s'ispirano alle opere di KM!
La carellata di altri che hanno tentato è squallidina, ne esce bene solo Ilaria e la segnaletica pedonale.
Ilaria passa da Autore FREELANCE ad Autore SENIOR.
Il suprematismo è una delle principali
correnti dell’arte russa di inizio ‘900, il cui padre fondatore è Kazimir
Malevich, artista e teorico universalmente noto, a braccetto con il poeta
Majakovskij e in competizione con Chagall e Kandinskij. Queste figure, insieme
a Rodchenko, Tatlin e molti altri, sono i protagonisti della mostra, in corso a
Roma fino al due Settembre, sulle avanguardie russe, presso il nuovo spazio
espositivo dell’Ara Pacis.
Durante il mio ultimo soggiorno romano,
ho avuto la possibilità di visitarla, incuriosita soprattutto dalle opere di
Malevich, precedentemente affrontato al
corso di Disegno Industriale, diretto
dalla prof.ssa Cecilia Polidori, e affascinata (ormai da tempo)
dall’astrattismo Kandinskijano.
La sezione dedicata a Kazimir Malevich
spazia dal cubofuturismo al suprematismo: l’artista sperimenta una sorta di
neoprimitivismo, rappresentando, con colori accesi e forti contrasti, soggetti
di ambiente contadino.
In seguito alle ricerche sulla strutturazione
del volume, realizza figure più solide e schematizzate, fino ad arrivare alla
pura astrazione geometrica col Suprematismo.
Il pittore, infatti, galvanizzato da cubismo e futurismo
italiano arriva a concepire una forma di rappresentazione astratta assoluta, a
tratti mistica e ideologica, che tanto ispirò le avanguardie degli anni Venti guidate
da Mondrian e Van Doesburg.
A
suo dire, in accordo con gli scritti rinvenuti:
"Per suprematismo intendo la
supremazia della sensibilità pura nell'arte. L'arte perviene col suprematismo
all'espressione pura senza rappresentazione."
Per raffigurare simbolicamente questa
realtà superiore, Malevich ricorre a una sintassi di forme assolute, come il
quadrato, il cerchio, la croce; e nei non-colori del bianco, e del nero.
Sono proprio il Quadrato nero, la Croce nera e il Cerchio nero, i primi tre monocromi dipinti dall’artista: in principio fu il
quadrato. Nero. Su fondo bianco. Una creatura primigenia che sta all'origine di
tutto. Assoluta. Dal quadrato nero trasse origine la croce nera, attraverso una
meiosi di perfezione geometrica. Moltiplicando e spostando, infatti, il nucleo
centrale verso ciascuno dei quattro lati, si formavano altri quattro quadrati,
dando origine ai "bracci" della croce. E poiché tutte le creature,
una volta nate, sono dotate di movimento proprio, anche il quadrato acquisiva
una sua forza dinamica, trasformandosi sotto l'effetto di una spinta eccentrica
in un cerchio.
Si tratta dei primi "tre numeri" cult della serie
dei quadri suprematisti, tre opere considerate icone del Ventesimo secolo, per quel drastico ed estremo atto di rottura
definitiva contro l'idea di arte come rappresentazione e imitazione
naturalistica. Opere pamphlet, che inneggiano alla libertà dell'artista
moderno dalla schiavitù di un fine estetico e pratico dell'arte. Opere slogan,
che decretano il totale libero arbitrio della sensibilità umana. Opere chiave
nel percorso artistico di Malevich, ma purtroppo non presenti alla mostra.
Opere, tuttora in voga, soprattutto nell’ambito del fashion
design: rappresentano fonte d’ispirazione per intere collezioni di haute
couture, dall’abbigliamento agli accessori, laddove il geometrismo teorico, viene tradotto in spalle forti e squadrate,
interi look total black, stampe a quadri arcobaleno e a strisce bianche e nere
sovrapposte su piu’ livelli in un gioco di rimandi e accostamenti arditi. Ovviamente, non mancano gli esempi di un uso
più “casual” di queste forme, adoperate, il più delle volte, nelle
configurazioni originali, come segni distintivi e riconoscibili.
Con
questo criterio ho realizzato i miei Malevich
Armlet Paper, che rimandano chiaramente agli emblemi suprematisti.
Sfruttando la tecnica degli origami, già
sperimentata per l’esercitazione relativa ai packaging (vedi sito specifico: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.it/p/appunti-lezione-4.html)
ho disegnato la sagoma dei miei bracciali, ottenendo così dei primi prototipi…
interessanti, ma relegati alla sfera sperimentativa. Decido, perciò, di
proseguire la mia ricerca, che si orienta, in primis, nella scelta di un altro
tipo di carta, sicuramente più resistente della prima. Opto, per il cartoncino
ondulato, facilmente reperibile dalle confezioni di alimenti (quali crackers,
biscotti, fette biscottate e via dicendo), e procedo col disegno e relativa
piegatura.
I nuovi bracciali hanno acquistato un aspetto molto
più consistente e particolare, tuttavia, non reputandomi pienamente
soddisfatta, continuo a pensare a come potrei migliorarli.
In ultima istanza, e dopo qualche esitazione, ho
verniciato i tre bracciali di nero, e li
ho, successivamente, lucidati con uno spray fissante e trasparente.
Il risultato finale è d’effetto; il colore nero li
rende eleganti ma versatili, il lucido dona un tocco in più all’oggetto,
celando, a primo acchito, il materiale originale con cui sono stati
realizzati.
Riferimenti bibliografici:
Riferimenti immagini:
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.