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la foto di fondo

la foto di fondo è un autoritratto dell'Autrice all'esterno di The Cloud Gate, AT&T Plaza, Millenium Park, S Michigan Ave, Chicago, Illinois, comunemente chiamato The Bean, il Fagiolo, agosto 2011


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martedì 22 maggio 2012

Malevich e il Suprematismo (Russo): WAY OF LIFE!

 2 post pubblicati.
10! post.
Qui oltre che aver capito l'argomento della chiave, Ilaria non solo assimila la lezione dell'artista, ma ne fa un esercizio di armlet dove persino i rendering e locandine s'ispirano alle opere di KM!
La carellata di altri che hanno tentato è squallidina, ne esce bene solo Ilaria e la segnaletica pedonale.
Ilaria passa da  Autore FREELANCE ad Autore SENIOR.

Il suprematismo è una delle principali correnti dell’arte russa di inizio ‘900, il cui padre fondatore è Kazimir Malevich, artista e teorico universalmente noto, a braccetto con il poeta Majakovskij e in competizione con Chagall e Kandinskij. Queste figure, insieme a Rodchenko, Tatlin e molti altri, sono i protagonisti della mostra, in corso a Roma fino al due Settembre, sulle avanguardie russe, presso il nuovo spazio espositivo dell’Ara Pacis.
Durante il mio ultimo soggiorno romano, ho avuto la possibilità di visitarla, incuriosita soprattutto dalle opere di Malevich,  precedentemente affrontato al corso di Disegno Industriale,  diretto dalla prof.ssa Cecilia Polidori, e affascinata (ormai da tempo) dall’astrattismo Kandinskijano.
La sezione dedicata a Kazimir Malevich spazia dal cubofuturismo al suprematismo: l’artista sperimenta una sorta di neoprimitivismo, rappresentando, con colori accesi e forti contrasti, soggetti di ambiente contadino. 

 In seguito alle ricerche sulla strutturazione del volume, realizza figure più solide e schematizzate, fino ad arrivare alla pura astrazione geometrica col Suprematismo.
  
     
Il pittore, infatti, galvanizzato da cubismo e futurismo italiano arriva a concepire una forma di rappresentazione astratta assoluta, a tratti mistica e ideologica, che tanto ispirò le avanguardie degli anni Venti guidate da Mondrian e Van Doesburg.
A suo dire, in accordo con gli scritti rinvenuti:
 "Per suprematismo intendo la supremazia della sensibilità pura nell'arte.  L'arte perviene col suprematismo all'espressione pura senza rappresentazione."
Per raffigurare simbolicamente questa realtà superiore, Malevich ricorre a una sintassi di forme assolute, come il quadrato, il cerchio, la croce; e nei non-colori del bianco, e del nero.
Sono proprio il Quadrato nero, la Croce nera e il Cerchio nero,  i primi tre monocromi dipinti dall’artista: in principio fu il quadrato. Nero. Su fondo bianco. Una creatura primigenia che sta all'origine di tutto. Assoluta. Dal quadrato nero trasse origine la croce nera, attraverso una meiosi di perfezione geometrica. Moltiplicando e spostando, infatti, il nucleo centrale verso ciascuno dei quattro lati, si formavano altri quattro quadrati, dando origine ai "bracci" della croce. E poiché tutte le creature, una volta nate, sono dotate di movimento proprio, anche il quadrato acquisiva una sua forza dinamica, trasformandosi sotto l'effetto di una spinta eccentrica in un cerchio.
Si tratta dei  primi "tre numeri" cult della serie dei quadri suprematisti, tre opere considerate icone del Ventesimo secolo,  per quel drastico ed estremo atto di rottura definitiva contro l'idea di arte come rappresentazione e imitazione naturalistica. Opere pamphlet, che inneggiano alla libertà dell'artista moderno dalla schiavitù di un fine estetico e pratico dell'arte. Opere slogan, che decretano il totale libero arbitrio della sensibilità umana. Opere chiave nel percorso artistico di Malevich, ma purtroppo non presenti alla mostra.  

 

Opere, tuttora in voga, soprattutto nell’ambito del fashion design: rappresentano fonte d’ispirazione per intere collezioni di haute couture, dall’abbigliamento agli accessori, laddove il geometrismo teorico, viene tradotto in spalle forti e squadrate, interi look total black, stampe a quadri arcobaleno e a strisce bianche e nere sovrapposte su piu’ livelli in un gioco di rimandi e accostamenti arditi. Ovviamente, non mancano gli esempi di un uso più “casual” di queste forme, adoperate, il più delle volte, nelle configurazioni originali, come segni distintivi e riconoscibili. 


Con questo criterio ho realizzato i miei Malevich Armlet Paper, che rimandano chiaramente agli emblemi suprematisti. 

Sfruttando la tecnica degli origami, già sperimentata per l’esercitazione relativa ai packaging (vedi sito specifico: http://ceciliapolidorideisgnlezioni2.blogspot.it/p/appunti-lezione-4.html) ho disegnato la sagoma dei miei bracciali, ottenendo così dei primi prototipi… interessanti, ma relegati alla sfera sperimentativa. Decido, perciò, di proseguire la mia ricerca, che si orienta, in primis, nella scelta di un altro tipo di carta, sicuramente più resistente della prima. Opto, per il cartoncino ondulato, facilmente reperibile dalle confezioni di alimenti (quali crackers, biscotti, fette biscottate e via dicendo), e procedo col disegno e relativa piegatura.


I nuovi bracciali hanno acquistato un aspetto molto più consistente e particolare, tuttavia, non reputandomi pienamente soddisfatta, continuo a pensare a come potrei migliorarli. 

 In ultima istanza, e dopo qualche esitazione, ho verniciato i tre bracciali di nero,  e li ho, successivamente, lucidati con uno spray fissante e trasparente.

Il risultato finale è d’effetto; il colore nero li rende eleganti ma versatili, il lucido dona un tocco in più all’oggetto, celando, a primo acchito, il materiale originale con cui sono stati realizzati.      
Riferimenti bibliografici:

Riferimenti immagini:






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