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GP è senz'altro espresso, ma la parte integrativa taglia di netto il ragionamento del post su tutt'altro argomento: ES ed il pack su ES.
Qui apprezzo di nuovo la locandina-pack. ma complessivamente si è andati fuori tema.
zero post.
“Non
è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro
l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte.”
Così
scriveva Gio Ponti, primo celebrato
architetto italiano dal successo globale. E’ un fatto che Ponti sia stato un grande architetto, un accanito animatore, uno
spirito libero curiosamente inserito nel mondo pratico e concreto
dell’industria e dell’imprenditoria. Ponti
si muoveva con estrema libertà all’interno delle varie discipline: pittura,
grafica, design, architettura, editoria, arti applicate erano praticate con
grande disinvoltura e passione. Con il suo atteggiamento è forse l’autore più
rappresentativo di quel processo progettuale volgarmente chiamato “Dal
cucchiaio alla città” alla ricerca appunto di una metodologia progettuale
applicabile a diversi oggetti, dal grattacielo alla maniglia.
L’esperienza di entrare a
conoscere il suo lavoro può avvicinarsi a quella di un labirinto, dov’è
inevitabile trovarsi dinanzi molte strade e non sapere quali prendere, perché
tutte importanti e stimolanti, con il risultato finale di perdersi. La sua produzione
è talmente plurale, quasi un caleidoscopio, che tutte le componenti poetiche
accrescono la suggestione di un’interpretazione infinita.
Gio
Ponti oltre a essere uno
dei primi architetti globali del Novecento, è anche un designer riconosciuto a
livello internazionale, quanto un noto teorico e critico dell’architettura.
Alla
sua curiosità e al suo genio si devono le nascite della rivista Domus nel 1928 e della storica
pubblicazione Stile, come un largo
impegno nella ricerca dei legami tra l’architettura e le arti, compresa la loro
promozione ed esposizione, che portò alla creazione della prima mostra Triennale di Milano nel 1933.
Gio
Ponti definiva vera e
propria “vocazione”quella di disegnare mobili. Ha disegnato moltissimi oggetti
nei più svariati campi, arredi per
uffici e spazi pubblici come la Poltrona
serie Dezza, produzione Frau New Line, 1966 e complementi per
edifici prestigiosi come il Palazzo
Montecatini a Milano (1936-38). L’amore per i materiali è uno degli
aspetti che hanno caratterizzato la progettazione dei mobili di Ponti. La capacità di amare
contemporaneamente materiali tradizionali (marmo, legno, carta, tessuti,
ceramica) e quelli nuovi (cristallo, materie plastiche, alluminio) dava a Ponti la possibilità di operare nuove esperienze dall’architettura all’arredamento,
dall’artigianato all’industrial design. La produzione di mobili e oggetti è
accomunata da una figurazione semplificata elegante e equilibrata: si tratta di
un classicismo che possiamo ricondurre ad una scelta etica prima ancora che
estetica.
“L’ aspetto classico”
deriva dal suo temperamento e dalla sua formazione culturale. Ma “classico” è
l’oggetto che Ponti riconosce come
oggetto che resiste al tempo, quindi oggetto che non segue uno stile.
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Superleggera,Cassina (1952-57) |
La sedia “Superleggera” per
Cassina (1952-57) sembra essere la
cosa meglio riuscita in questo senso, “è la sedia di sempre” dice Ponti, una “sedia-sedia”, forte, economica, così chiamata perché composta
da una struttura esile e molto leggera in legno di frassino. Nonostante le
apparenze la sedia è molto leggera grazie all’ampia distanza tra le gambe. Tra
le particolarità: lo schienale che si curva nella parte superiore per
accogliere il corpo seduto e la seduta realizzata con un materiale inusuale, la
canna d’India, tipico della sedia di Chiavari, risalente al primo Ottocento,
cui Superleggera si ispira. Una sedia
quindi dalla lunga storia. Nasce già come “Leggera” nel 1951 e nel tempo le sue sottili sezioni verranno
sempre più alleggerite da Ponti fino
a dar vita, appunto, nel 1957 alla Superleggera,
icona del design contemporaneo.
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Sedia Livia,1937 |
Insieme
alla Superleggera anche Sedia Livia emerge per le sue qualità
di praticità e maneggevolezza. Disegnata per gli Uffici dell’università di Padova nel 1937, con la sua struttura in
faggio massiccio, sedile in compensato tinto o laccato in diversi colori, è una sedia perfetta e di un classicismo
senza tempo, destinata all’uso quotidiano.
Nel suo
lavoro Ponti non dimentica mai la
serie. Nel definire pezzi unici straordinari già elabora soluzioni ugualmente
poetiche ma tecnicamente e dimensionalmente realizzabili per uso allargato,
immaginando un mondo nuovo per l’artigianato all’interno dell’industria, come
elaboratore di preziose pre-serie o addirittura di prototipi per una produzione
più massiva. Oggetti d’uso quotidiano come le Posate Sambonet progettate
da Gio Ponti e in produzione dal
1932, il cui design innovativo all'epoca della loro introduzione sul mercato è
straordinariamente attuale anche oggi grazie al magistrale equilibrio formale
di ciascun singolo pezzo.
E’
nell’oggetto di grande serie che si cela la sua forte ricerca della vera forma.
Per Ponti “Il ricostruire la purezza originale del rapporto tra forma e
funzione non deriva quindi dalla funzionalità, ma deriva da una vera e propria
nostra esigenza di critica estetica e di civiltà intellettuale …, per necessità
mentale di riportare gli oggetti a quella che avrebbe dovuto essere la loro forma
vera originaria, di ricondurli al rapporto armonico tra forma e funzione..”
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Macchina da cucire Visetta per Visa,1949 |
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Macchina
per il caffè Pavoni , 1948 |
Ponti si sentiva attratto verso quel disegno industriale
che esprimeva questi principi, che egli stesso manifesta attraverso le opere di
design come la Macchina da cucire Visetta
per Visa, 1949 e quella del caffè, disegnata per la Pavoni nel 1949 che deve la sua novità
assoluta di immagine al ribaltamento dell’asse della caldaia cui si associa la
sincerità funzionale del serbatoio cilindrico e lo slancio aggressivo dei tubi
d’uscita del vapore in un dinamismo rutilante.
E’ la fantasia che
accompagna Gio Ponti nella
progettazione dei suoi oggetti.
“Io credo che ogni
mobile, pur essendo sempre funzionale deve interessare la fantasia di chi lo disegna e di chi lo guarda”.
E di
fantasia Ponti ne ha avuta tanta!Non solo nella definizione dei suoi oggetti ma
anche negli aspetti decorativi e nell’uso del colore, componente sempre attiva
nelle sue produzioni. Le
linee
sobrie e sottili, i giochi e le fantasie dei suoi segni, compongono le
superfici dello spazio. Gio Ponti amava procedere « per
superfici » - dal mobile al pavimento, alla facciata, e il « suo » colore era,
sopratutto, il « colore unico », alternato al bianco. Il bianco compare sempre
in Gio Ponti : il bianco gli da modo
di giocare sul positivo/negativo, e così « alleggerire », come egli amava, la
superficie stessa.
Con le
forme e il colore Gio Ponti animava
spazi interni ed esterni come le piastrelle in ceramica disegnate per gli
alberghi Parco dei Principi a Sorrento e a Roma.
Ponti utilizza moltissimi materiali, ma quello attraverso
cui esprime al meglio il suo estro creativo e il gioco di forme e colori è la
ceramica!Ponti ha rivestito,
infatti, un ruolo molto importante nello sviluppo e rinnovamento nel settore
della ceramica e della porcellana di qualità.
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Ceramiche disegnate per
Richard-Ginori.
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Nel 1923
inizia a collaborare con la Richard-Ginori,
di cui fu direttore artistico fino al 1930, progettando ceramiche decorate con
disegni preziosi di ispirazione classica. Ponti
è senza dubbio una delle figure centrali del gusto déco non soltanto in Italia.
Nei pezzi
disegnati per la manifattura Richard-Ginori
le forme non sono mai banali e i decori mostrano scene e piccole figure nelle
quali la citazione archeologica, l’eleganza neoclassica, l’ispirazione palladiana è
sempre unita alla levità e all’ironia.
Il colore pervade non solo le superfici
ma anche gli oggetti come i coloratissimi piatti della collezione "Fantasia
Italiana" per Ceramiche Franco
Pozzi, 1967 e i Tessuti.
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Gio Ponti. Stoffa Estate, Manifattura Jsa. 1957
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Stoffa Balletto alla Scala per Manifattura JSA , 1950 |
Questo mondo intenso di
colori, geometrie, sobrietà ed eleganza mi ha colpita in modo particolare. Gio Ponti è stato un grande artista, e
di lui ho apprezzato molto non solo il suo stile, semplice ed elegante, ma
anche il suo pensiero, la sua visione verso la ricerca della vera forma
dell’oggetto, l’utilizzo appassionato dei materiali senza differenza di valori
ed in particolar modo ha suscitato in me molta curiosità e interesse la sua
passione verso le superfici colorate e le ceramiche. La sua purezza nella forma
e nel colore mi hanno ricondotta immediatamente ad un altro grande designer Ettore Sottsass, che ho avuto modo di studiare
questo anno.
Per Sottsass “colore non
è un'invenzione artificiale, ma esso è
il cosmo stesso.” Un cosmo ricco di forme, linee, colori che
penetrano le superfici e le compongono. Così come fa Ponti con le sue piastrelle colorate! Le utilizza per rivestire
pavimenti, pareti, così che non c’è differenza tra una superficie e l’altra.
Anche Sottsass come Ponti ha prodotto molte ceramiche
utilizzando la tecnica degli smalti, perfetta per esprimere l’estro creativo e
l’unicità del suo design. E’ proprio dallo studio di alcuni schizzi di Sottsass sulla tecnica degli smalti
che prende avvio il mio progetto di Packaging. Mi ha molto entusiasmata l’idea
di poter racchiudere ed esprimere attraverso un oggetto una piccolissima parte della vita di Ettore Sottsass.Ciò che secondo me meglio lo rappresenta sono i
suoi colori! Per questo ho scelto di
rivestire per intero il mio packaging con alcuni disegni di smalti da lui
proposti. Le forme così si rincorrono, i colori compongono le facce e
caratterizzano gli oggetti.
Il Design diventa colore!
Riferimenti bibliografici:
Ugo La Pietra, Gio
Ponti, ed. Rizzoli,Milano 1988 pgg.
VII-XII, XIX
Link riferimento testo:
http://www.digitmedia.it/new/luniverso-creativo-di-gio-ponti-alla-triennale-di-milano/
http://www.internimagazine.it/magazine/interiors-architecture/il-caleidoscopio-ponti
http://www.giopontiarchives.org/Cornice/Gallerie%20foto/018%20P.Principi%20Sorrento/ill018.html
Link
riferimento immagini:
http://www.classicdesign.it/productDetails_lng-0-product-68-category-3-Sedia%20Livia%20Gio%20Ponti%20Sedie%20design%20classico.html
http://www.giopontiarchives.org/Cornice/Gallerie%20foto/014%20Krupp/ill014.html
http://www.nannimagazine.it/articolo/7963/gio-ponti-e-la-ceramica-l-ironia-sospesa-di-un-maestro-architetto
http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2011/06/fascination-for-ceramics-mostra-della.html
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