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molto buono. la chiave, una, l'insegnamento dell'autore, e i piccoli progetti del corso seguito.
valido post per 1 chiave. 4 post.
Gli oggetti di
design conosciuti,come gli stessi autori, durante il mio percorso di studi del
corso di design della Prof. Cecilia Polidori, sono estremamente diversi tra
loro. La loro storia, le loro realizzazioni mi hanno aperto un mondo a me
sconosciuto, un mondo fatto di progetto, di colore e materia.
Conoscere soprattutto Enzo Mari e le sue realizzazioni mi ha
incuriosito molto.
Tra i tanti oggetti
realizzati da Mari vi è il contenitore Java (1968 ), destinato
all’impiego per la tavola con un’estensione a molte “materie” diverse –
marmellata, formaggio, zucchero etc. Ne vengono realizzate una prima versione
in PVC e una seconda in melammina, entrambe basate sull’idea di un manico che
sia anche contemporaneamente cerniera per il coperchio.
Il portacenere Borneo caratterizzato da un cilindro
di melammina dove vi è ricavato un vuoto
sufficiente a contenere il prodotto giornaliero medio di un fumatore abituale,
dove il foro è decentrato in modo da ricavare un bordo sufficientemente ampio
da sostenere la sigaretta, un bordo leggermente inclinato verso l’interno per
evitare che la sigaretta rotoli fuori e una leggera grigliatura all’imboccatura
del foro a rilievo che permette di spegnere il mozzicone con un semplice
sfregamento.
Notare come ogni oggetto viene
progettato nei minimi dettagli è fantastico, e ti apre la mente.
Da una forma semplice si può
ricavare un oggetto con una geometra complessa, che racchiude in se una così
attenta progettazione che ti porta a non fermarti al semplice oggetto, ma ti
affascina il fatto , che più vai in fondo all’oggetto stesso, più puoi trovare
nuovi dettagli, capendo la funzione di ogni singola sua parte.
Ho scelto di parlare di alcuni
oggetti di Mari perché il conoscerli
mi ha dato molto a livello di approccio progettuale, portandomi
così a porre un attenzione estrema non solo all'oggetto estetico ma
anche e soprattutto al dettaglio.
Non è semplice porre l'attenzione a tutto questo.
Ci ho provato grazie ad una
dell’esercitazione della mia docente prof. Cecilia Polidori, che riguardava la
progettazione di un bracciale. Inizialmente subentra quella insicurezza che
svanisce solamente quando inizi a prendere la matita in mano e ha disegnare, da
qui inizi a pensare, nascono i primi schizzi, e ti poni, come hai imparato,
quelle tre domande che Mari si pone sempre : quale bisogno dovrà
soddisfare quest’oggetto? Con quale materia e quali strumenti lo si può
realizzare? Con quale forma? … e ti accorgi solo dopo aver provato e
riprovato più volte a realizzare il tuo oggetto che esso può funzionare, o
almeno ci speri!
La cosa davvero bella che mi è
rimasta di questa esperienza non è stato solo conoscere questi oggetti o realizzarne
dei nuovi, ma è stato soprattutto il
modo in cui ho scoperto alcuni di essi, tra cui la Berlinchair di Rietveld:
realizzandola.
Ho scelto questa realizzazione perché
mi colpiva il modo con il quale Rietveld
cerca di non interrompere lo spazio, ma gioca tramite piani sfalsati
asimmetrici con elementi semplici fatti di linee, quadrati e rettangoli,
con una ricerca formale tra volumi e colori.
Riproporla non è stato facile,
ma ho avuto la possibilità di studiarla e capirla dandole io stessa forma,
conoscere quindi non solo la sedia in ogni singola sua parte, ma anche la sua
storia, e quindi farla mia.
Il ridisegno non è una operazione
meccanica, ma una sorta di percorso di riprogettazione, alle volte più
difficile del progetto stesso perchè ci si deve immedesimare in un processo che
non è il nostro. ma quando i risultati sono corretti allora la soddisfazione di
uno studente è pari quasi a quella del progettista." Prof. Arch. Francesca Fatta
Riferimenti bibliografici: AA. VV., Perché un libro su/ Why write a book on Enzo Mari, Federico Motta, Milano 1997, pag. 116
Sefano Casciani, Arte Industriale, gioco oggetto pensiero Danese e la sua produzione, Arcadia edizioni 1988 Milano pag. 150-151-152
Riferimenti immagini:
Sefano Casciani, Arte Industriale, gioco oggetto pensiero Danese e la sua produzione, Arcadia edizioni 1988 Milano pag. 151-152
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