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i 2 pack pack sono stati presentati nella scorsa lezione e segnalati come nel caso di Fable Game's Packaging, anzi questo lavoro è stato valutato il doppio.
anche questi rendering dei pack quindi sono elegantissimi, con scritte e sagome piacevoli che appaiono qui e là. La locandina sebbene assai valide risulta però mischiata e si confonde tra le pagine e le cose, l'immagine complessiva è meno definita e suggestiva.
"In un gioco per bambini il giovane utente può intervenire programmando direttamente la sequenza degli archetipi (mediante supporti modulari) che determinano lo sviluppo della favola... Le storie sono infinite, quanto le composizioni possibili".
Renato Pedio, Enzo Mari, designer, Dedalo libri, Bari, 1980
Non ci
sono nè pagine da sfogliare, nè un testo da leggere: solo immagini con cui
giocare attraverso la fantasia. Il gioco delle favole (The fable game, 1965) è infatti un insieme di
tavole rettangolari illustrate ad incastro che, combinate tra loro, diventano la
base su cui inventare storie e racconti all'infinito.
Questo libro-gioco delle favole è stato progettato da Enzo Mari nel 1965,
e ancora oggi è considerato uno dei più importanti e intelligenti giochi per
stimolare la creatività, tanto da essere continuamente riproposto.
"Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, servono alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma all’uomo intero e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo.
…Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.
…Tutti gli usi della parola a tutti. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo".
Giovanni Rodari, La Grammatica della fantasia Introduzione all'arte di inventare storie, Einaudi Ragazzi, pag.187
Tema del mio packaging è appunto Il gioco delle favole di Enzo Mari, prendendo spunto dalle carte che compongono il gioco dove sono raffigurati i 46 animali, tratti dalle favole più note, come quelle di Esopo e di Fedro.
Dopo aver disegnato i miei packaging in digitale, passo alla realizzazione manuale dei due portarotoli.
(…) Giocare per imparare. Che il bambino impari di più facendo piuttosto che ascoltando, in libertà piuttosto che in costrizione, non è un'idea nuova. (...) Scoperta, creatività, gioco, sono concetti strettamente legati, attività connesse,tanto nel bambino che nell'adulto. Il gioco stesso ha spazi e tempi propri. (...) Giocare con l'arte diventa allora occasione migliore per vivere un'esperienza creativa, anche casuale. Lo spazio transizionale del gioco deve e può essere libero di valori, ma non di regole. Le regole danno sicurezza al gesto, all'azione, al gioco dell'immaginazione.
Giocare con l'arte, a cura di Bruno Munari, Il laboratorio per bambini a Brera.
Il tema del gioco dei bambini non vuole rappresentare una tipologia definita, nè intende essere una dimostrazione di metodo applicata al gioco e all'infanzia, semplicemente intende sottolineare un campo naturale di ricerca di un autore che avendo fondato il suo lavoro sul principio della conoscenza, riconosce nello stato dell'infanzia il momento di massima capacità ricettiva e tensione conoscitiva verso il mondo circostante.
Bibliografia
F.
Burkhardt e F. Picchi, Perché un Libro su Enzo Mari?, Federico Motta Editore,
Milano, 1997, pgg.80-82
Renato Pedio, Enzo Mari, designer, Dedalo libri, Bari, 1980
Link di riferimento testo e immagini:
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