3 post pubblicati.
Il problema è che io ho scelto queste parole chiave semplicemente perché desideravo affrontare questi argomenti, in questo caso grandi designer e non perché avessero una qualche affinità particolare con i miei elaborati per l'esercitazioni (nel caso di Gio Ponti cadeva a fagiolo perché c'era stato il viaggio e il pack, ma in quest'ultimo caso era finalizzato) E questo perché molte volte, come nel caso del bracciale, non mi sono ispirata a nessuna delle tematiche delle parole chiave, ma si tratta di suggestioni mie personali. Quindi non essendo intenzionali i riferimenti risulterebbero forzati, sarebbe come mentire. Allora, ho pensato di scrivere un post in una maniera che si capisse che è un elaborato finale e maturo, adeguato per la fine del corso e poi concludere con delle mie considerazioni.
Se Lei mi dice che è strettamente necessario che il post teorico trovi un qualche collegamento con i miei elaborati, cercherò di farlo.
Mi scusi se sono stata prolissa
rispettando le scelte non ho ritenuto, oltre le sue considerazioni riportate qui in fondo al post, che Lorenza ci infilasse il suo bracciale, poiché al contrario di qualche post di altri allievi in cui si assemblava arbitrariamente una personalità di un autore a qualche giudizio e o oggetto fatto, qui avrebbe funzionato, ma Lorenza è stata discreta e, dicendo "ho studiato, conosciuto e scoperto", ha voluto lasciare distinte e separate la progettista e la studiosa.
Tutto ciò che facciamo è frutto di ciò che conosciamo.
Nel ritrovarmi attraverso una foto nello stanzone in fondo nello studio di Castiglioni a Milano non ho potuto resistere, per Lorenza sarebbe stato stupendo, come infatti era, dialogare con Achille.
4 post
Se
non siete curiosi lasciate perdere
Achille
e
Pier Giacomo Castiglioni
sono stati per oltre cinquant`anni protagonisti indiscussi del design
italiano, collaborando con importanti aziende italiane come l`Alessi
e la Flos. Quasi gli unici nella capacità di mediare
tra un immaginario fantastico e esigenze del marketing, già dagli
anni cinquanta progettano oggetti e ambienti con forme sempre
diverse: geometriche o organiche, irreali o rigorosamente funzionali,
ma sempre ottenute con una tecnica di stravolgimento
che ricorda molto le esperienze dadaiste di artisti come Marcel
Duchamp.
Sento
molto il rapporto di reciproca simpatia tra chi progetta e chi
adopera. Questo rapporto è molto importante e credo che sia una
delle guide del mio modo di operare nel campo del design e
dell'architettura.
SNOOPY
di FLOS
La
celebre lampada da tavolo ironica e divertente disegnata da Achille
Castiglioni e Pier Giacomo Castiglioni per Flos.
La
forma e i colori richiamano il celebre e buffo cane brachetto,
personaggio dei fumetti creato da Charles
M. Schulz,
da cui la lampada prende il nome.
Un'
apparecchio di illuminazione da tavolo a luce diretta con riflettore
in metallo tornito in lastra, verniciato e base in marmo bianco
disegnata nel 1967. La funzione On/Off e la regolazione
dell’intensità luminosa dell’apparecchio avvengono mediante
touch dimmer il cui sensore è posto sulla base in marmo.
Bisognerebbe
progettare partendo da quello che non si deve fare per poi trovare
alla fine quello che si deve fare
ALLUNAGGIO
di ZANOTTA
Ideato
da Achille e Pier Giacomo Castiglioni nel 1965. Linee leggere e forme
essenziali, un design originale e senza tempo. Un grande classico
nato per il giardino, per schiacciare meno erba e lasciare molto
spazio indeale per l'outdoor ma anche per l' ambiente domestico.
Allunaggio è una seduta su tre grandi zampe di ragno, comodo e
leggerissimo grazie alla sua struttura. Le gambe da 22 mm di diametro
sono infatti in acciaio, mentre il sedile è in lega di alluminio.
Il
particolare sgabello è disponibile verniciato verde prato o
alluminio. Un pezzo di design molto sperimentale, guardandolo è
quasi come vedere un animale da giardino che gira sul prato. Resiste
all’aperto, non invade, non riempie, non copre l’erba.
Cancellare,
cancellare, cancellare e alla fine trovare un componente principale
di progettazione; noi mentre progettavamo eravamo contro l'invadenza
del disegno, eravamo alla ricerca del tratto minimo che serviva alla
funzione; volevamo arrivare a dire: meno di così non si può fare.
INTERRUTTORE
ROMPITRATTA
1968
Produzione: VLM
Il
corpo è formato da due gusci stampati di materia plastica
termoindurente (urea bianca o nera). Il piano convesso del guscio
superiore presenta al centro una rientranza circolare dove è
alloggiato il nottolino per la variabilità dei contatti, mentre i
bordi del guscio inferiore sono arrotondati per agevolare i movimenti
sul piano d’appoggio.
La sua
particolare conformazione lo rende individuabile anche al buio:
percorrendo a tastoni il filo, si riescono a trovare con il pollice i
piani inclinati dell’interruttore che conducono il polpastrello al
pulsante.
PARO
L’acrobazia
dei maestri vetrai dà forma a un bicchiere con due capacità
differenti. Due coni invertiti l’uno rispetto all’altro, uniti
nei pressi dei relativi vertici, come se stessero scivolando tra
loro, diventano alternativamente piede d’appoggio e contenitore del
liquido, in un gioco senza fine. Paro è frutto di un attento studio
delle tecniche di formatura e produzione: soffiatura a bocca,
scalottatura, saldatura e molatura, relative al materiale impiegato
un cristallo superiore . Capovolgibile secondo le necessità.
LAMPADA DA TERRA
L´ARCO,
questo è appunto il nome della lampada realizzata da FLOS
che
si compone di un riflettore orientabile in metallo cromato, un arco
di lunghezza regolabile ed una bellissima base in marmo
di Carrara (un
particolare curioso è la presenza di un foro nella base di marmo che
permette, a due persone, un comodo trasporto semplicemente inserendo
nel foro un manico di scopa, sollevando così la lampada senza
pericolo di farla cadere o di procurarsi danni alla schiena).
La
funzione ON/OFF dell´apparecchio avviene mediante interruttore a
pedale su cavo.
Peso
netto 65 Kg .
Link di riferimento
immagini:
Link di riferimento testo:
Un
seme contiene il futuro e domani sarà ieri BRUNO MUNARI
E':
Quello
delle Macchine inutili del 1930
Quello dei nuovi libri per bambini
del 1945
Quello dell'Ora X del 1945
Quello delle Scritture
illeggibili di popoli sconosciuti del 1947
Quello dei Libri
illeggibili del 1949
Quello delle Pitture negative-positive del
1950
Quello delle Aritmie meccaniche del 1951
Quello delle
Proiezioni a luce polarizzata del 1952
Quello delle fontane e
giochi d'acqua del 1954
Quello delle Ricostruzioni teoriche di
oggetti immaginari in base a frammenti di residui di
origine incerta
e di uso dubbio
Quello delle Forchette parlanti del 1958
Quello
del design
Quello delle Sculture da viaggio del 1958
Quello dei
Fossili del duemila del 1959
Quello delle Strutture continue del
1961
Quello delle Xerografie originali del 1964
Quello degli
Antenati del 1966
Quello della Flexy del 1968
Quello della
grafica editoriale Einaudi
Quello dell'Abitacolo del 1971
Quello
dei giochi didattici di Danese
Quello dei Messaggi tattili per non
vedenti del 1976
Quello dei bonsai
Quello dei laboratori per
bambini al museo del 1977
e di tutti gli altri laboratori in altri
paesi
Quello delle Rose nell'insalata del 1974
Quello della
Lampada di maglia del 1964
Quello dell'Olio su tela del
1980
Quello del corso di design alla Harvard University del
1967
Quello premiato col Compasso d'Oro
dall'Accademia delle
Scienze di New York
Quello premiato dalla Japan Design
Foundation
per l'intenso valore umano del suo design
Quello del
premio Andersen per il migliore autore per l'infanzia
Quello del
premio Lego
se
siamo onnivori ci sarà un motivo
da cosa nasce cosa
“..Gli
orientali dicono:
la perfezione è bella ma è stupida
bisogna
conoscerla ma romperla.
La combinazione tra regola e caso
è la
vita, è l’arte
è la fantasia, è l’equilibrio.”
tratto
dal Verbale scritto“
"C'è
un piccolo attico in via Vittoria Colonna a Milano, c'è un tavolo di
lavoro ordinatissimo, c'è una collezione di piante in miniatura alla
maniera giapponese. Si tratta della stazione trasmittente dalla quale
Munari - egli stesso uomo miniatura - emette verso il mondo in
quantità idee visuali di ogni tipo. Un lavoro dimostrativamente
svolto in letizia, una attività ludica applicata alle cose minimali,
un finto disimpegno per gli oggetti sostanziali, l'esile mania
dell'effimero, il mestiere sapiente di un astuto giocoliere. Datemi
quattro sassi e una carta velina e vi farò il mondo delle
meraviglie. E' possibile
tutto questo in un mondo, in una realtà fatta tutta di violenza?
Munari dice di si, lavorando a tu per tu con il qui pro
quo."
[Alessandro
Mendini 1979]
"Vi
par poco al giorno d'oggi insegnare ad essere semplici senza essere
rozzi? Nel Rosseau di Munari tutti nascono integri, limpidi,
intelligenti, non si sa come mai e con quanto penoso esercizio, a
tanti succeda poi di crescere aggrovigliati, torvi, imbecilli. Con un
po' d'ironia, a nostra volta, potremmo dire che il suo mondo ideale è
un asilo-nido per adulti."
[Giulio
Carlo Argan 1979]
"Trovare
è la conseguenza di cercare. Si dice: chi cerca trova ma
è vero solo per poco.
E'
vero per coloro che quando cercano qualcosa di fuori ne hanno già
una parte dentro di loro.
Questo
trovare è un ricreare o, almeno, uno scoprire e un
confessarsi.
Munari
cerca e trova; i suoi strani mestieri si possono spiegare e
identificare solo col suo nome.
Che
cos'è Munari?
Noi
abbiamo verbi in are;
in ere; in ire;
non abbiamo verbi in ari.
Munari
è un'eccezione ed è un verbo attivo che ha solo l'infinito. Munari
significa, per esempio, costruire macchine inutili che,
in altri termini, sono oggetti assai più utili (ma soltanto allo
spirito). I bambini capiscono cosa voglia dire Munari e perciò Bruno
si rivolge sovente a loro. Pertanto, ognuno può restare poeta con
l'aiuto di quest'uomo intelligente e buono.
Egli
non vi insinua evasioni, ma anzi vi pone di fronte a concrete realtà
che, senza la sua cortese insistenza per farvele notare, vi
sfuggirebbero."
[Ernesto
Nathan Rogers 1951]
Oggi
il design impregna la nostra vita quotidiana, ciascuno di noi
possiede oggetti la cui esistenza stessa appare scontata come il loro
utilizzo. Dietro ciascuno di loro c'è stata però la genialità di
un uomo che è riuscito a rispondere ad un'esigenza, piccola o grande
che sia, tanto da diventare parte indispensabile di un arredo, di
un'architettura e di una società.
Proprio
questi oggetti, che sembrano essere nati nella notte dei tempi,
diventano a volte “orfani” dei propri pensatori-realizzatori e
allora ecco che nascono domande quali : <chi l'ha inventato ?>.
Conoscere
e riconoscere l'ideatore di alcuni di questi oggetti è una curiosità
che da sempre mi esalta. Per questo ritengo che approfondire la
conoscenza dei maestri, di ogni disciplina, e della loro opera sia un
dovere verso la storia.
Achille
, Piergiacomo Castiglioni e Bruno Munari fanno parte della Storia.
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