
post suddiviso in 2 parti, poiché 2 sono stati i pack presentati ed apprezzati a lezione: 1/4 di post su questo secondo post pubblicato che riporta di nuovo un'immagine riferita al precedente e poco aggiunge sulla qualità dell'oggetto. E' buona l'introduzione-chiave, ma modesta ed inadeguata la resa sul pack.
" Per rendere più lineari i risultati delle mie ricerche, ne organizzo in modo sistematico le fasi: il concetto di programma diventa prima l'asse portante, poi l'obiettivo finale del mio lavoro. Sto parlando di quel tipo d'indagini che vanno sotto il nome di arte programmata"
Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011,1° ediz., pg. 41ù
Il secondo packaging è ispirato all'arte programmata, utilizzando delle immagini di Grazia Varisco che fu una dei componenti del gruppo t.
ARTE PROGRAMMATA
Da lì a poco sempre in Italia nascerà l'Arte Programmata termine coniato dal suo più valido esponente: Bruno Munari che insieme a Giorgio Soavi a Milano, presso un negozio Olivetti, e precisamente nel maggio 1962, presenteranno una mostra denominata appunto "Arte Programmata"destinata a spostarsi a Roma e a Venezia. Espongono il Gruppo T, il Gruppo N, Enzo Mari, Munari, Getullio Alviani e il Groupe de recherche d’art visuel.
Arte programmata o cinetica ha rappresentato un sostanziale rinnovamento del fare e dell'intendere estetico contemporaneo, inaugurando una nuova fase del divenire della visualizzazione e ampliando quella sfera della percettività ritenuta prima esclusivo dominio delle discipline scientifiche. Non si muove più da valori dati, ma si tende alla individuazione di valori nuovi. L'arte programmata punta sui processi fenomenici che scaturiscono dalla natura stessa delle cose; del loro intrinseco dinamismo, propone, attraverso realizzazioni ricche di indicazioni prospettiche multiple, una analogia plastica.

L'ARTE PROGRAMMATA DI GRAZIA VARISCO
Figura storica della scena artistica milanese negli anni sessanta, fu una dei componenti del Gruppo T e di quella tendenza artistica che il genio di Bruno Munari definì Arte Programmata.
La poetica attorno alla quale ruota il lavoro dell’artista vede il movimento come parte integrante dell’opera d’arte: questo può essere reale – ottenuto tramite congegni meccanici – o illusorio, basato solo su effetti ottici e percettivi.
elaborazione SU PHOTOSHOP
IMMAGINI PACK
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